domenica 31 ottobre 2010

Fuori c'è un turbinio di foglie secche e vento.
Son stanca.
Ho perso il conto delle millemiglionidimiglia fatte in due giorni, trenoautopiedibiciautotacchialti e via dicendo. Due sorrisi, una tartina, un bicchiere di bianco, "Ciao!" e "Piacere!", valigia, dov'è il pigiama, ah aspetta che mi lavo i denti, pranzi qui?no.si.no.si.t'ho detto di no.si.va bene si.
Son qui.
Adesso.
Son seduta.
In camera mia.
Si.
Mia?
Beh si, dai, ci sono le mie cose, non più tutte, ma ci sono.
Non ho capito perchè se scrivo due righe sembro sempre triste..
Questa scrittura piagnucolosa mi rovinerà l'umore prima o poi.
E' meglio se vado a ritrovare il mio l'odore nelle lenzuola, e dormo. Ecco.
E da una rapida occhiata alle righe sopra non si capisce assolutamente in quale remoto angolo di mondo mi trovi.

Letto.

sabato 9 ottobre 2010

Cristina suonerà di nuovo al campanello

Dopodomani.
Un treno, tre ore e mezzo di viaggio, una valigia e un trolley.
Forse la musica nelle orecchie.
Forse mi addormenterò o forse no.. Forse guarderò avvicinarsi le Alpi.
Cristina sarà in stazione, io sarò confusa, felice, come sempre.
Sarò senza tetto per un po'.
E poi..
E poi Cristina suonerà di nuovo, senza preavviso, con il Barolo invece che con la Porca di Murça, con la stessa risata, la borsa a tracolla, il tabacco da rollare per fumarsi una sigaretta.
Forse avrà la chitarra.
Di sicuro mi farà da guida per la città.
E si cambia vita, di nuovo.
Forse ci ho preso gusto.
Forse.