lunedì 22 giugno 2009

Ho scritto poche ore fa.
Lo so, non me ne frega. Poi era in portoghese, non ci capisce nessuno.
Come faccio?
Uno, come faccio a studiare. Ho ancora un casino di pagine, e il caldo, la musica bassa, l'odore di Lisbona e anche una falena che balla sotto la lampadina accesa mi distraggono.
Ma soprattutto: come faccio a grattare questa città e a tenere il suo sporco sotto le unghie? Me a tatuo sulla schiena, Lisbona?
Vado ad un ritmo altalenante, passo da felicità per quel che ho avuto e vissuto, a panico. Non c'è tempo! Ma per cosa, poi?
..per continuare le amicizie, per surfare un po' di più, per guardarmi attorno.
A volte non mi sento sazia degli amanhecer pallidi e assorti dai miradouros, dell'odore di fiume, di Lisbona infuocata di luci che si spalanca dal Ponte 25 de Abril, di Cristina che suona il campanello quando non l'aspetto, di pomeriggi stesa sul pavimento di Cate a studiare e ascoltare musica, mentre fuori il giorno avanza e diventa una serata ancora piena di luce rosa.
Sono anche stata al Gay Pride.
Non c'entra, ma è un'altra esperienza da aggiungere alla lista.
Mi mancheranno i tamburi e le trombe delle feste na rua che a volte compaiono dal nulla. 
Mi mancherà il cielo dell'Alentejo.
Mi mancheranno i campi di grano a sinistra, e a destra quelli  di girasoli. E in mezzo, una strada dritta e senza incertezze.
Odio vedere la fine prima che sia arrivata.. ma in questi cinque minuti, non posso farne a meno.
Sono stanca. 
Non mi va di studiare.

Al momento, voglio stritolare questa città, e basta.


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