giovedì 22 gennaio 2009

leatherleatherleather

Ieri dopo aver rischiato il soffocamento, intabarrata come una foca nel cappotto, ho messo, signore e signori, la giacca di pelle.
Facciamo un momento di silenzio.
E sorvoliamo sul fatto che, per punizione, oggi c'è un clima asciutto e un cielo così luminoso da fare invidia alla pianura padana nel mese di Novembre.
Giacca di pelle, dodici gradi, e due trabalhos scritti e consegnati, per un totale di 12 pagine in portoghese battute al computer decisamente con scioltezza e rapidamente.
La vita ha sempre la meglio, alla fine di conti.
Prima di natale c'era stata una generica interruzione dei ritmi festaioli, ma ora che anche gli esami sono agli sgoccioli tutti organizzano feste di compleanno, feste di dopocompleanno, di welcome nuovi studenti erasmus, feste di che bello c'era il sole oggi allora andiamo allo Chapitò ad ascoltare jazz, e feste di despedida.

Ecco.

E' qui che fa più male.
Mi sono fermata a pensare, e fondamentalmente era solo ora che cominciavo a consolidare le amicizie sfuggenti dei primi mesi, ad andare oltre al banale ciao-come-stai-anche-tu-qui...ed è già ora di salutare una fetta troppo sugosa di gente e di preparare feste di addio.
Se ne va Jerome, che ha animato la vita erasmus con la sua semplice presenza per tutto il tempo che ho trascorso qua, se ne va quella pazza di Cecca, Igor che ha fatto dj-set a tutte le sante feste a cui ho partecipato, Domenica che avevo sempre voglia di incontrare, and so on and on and on.
Insomma, una tristezza infinita, ma immagino faccia tutto parte del gioco.
Tra l'altro, messo da parte l'aspetto davvero deprimente della questione, ciò permette alle menti malefiche di ponderare svariate torture tremende ai danni di quelli i partenze, tipo party a sorpresa anticipati da una lunga serie di penitenze allucinanti (ben presto il povero Igor dovrà sperimentare quel che io, Lollo, Michi e Giulia abbiamo organizzato per la sua suprema felicità).


E poi rimane sempre in bocca il sapore dolce che lascia l'avere incontrato persone che nel loro piccolo hanno saputo illuminarci.

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