martedì 21 ottobre 2008

mi sono innamorata

Mi sono innamorata.
Disperatamente.


Di Nabokov, del subdolo Humbert Humbert e della sua Lolita lasciva.
Dopo le prime cinque parole, avrei voluto rovesciarmi di testa nel libro, vedere sagome cartonate fuoriuscirne e costruirsi attorno a me in luoghi e scenari, fondale di teatro per le loro vicende.
Mi sono innamorata della prosa ricercata, dei paragoni impensabili, delle parole di fiori e di miele, degli alambicchi verbali di follia contorta (e di chi, poi? dell'autore o del personaggio? del narratore, ma su quale piano?), della visione alienata delle cose, espressa con loquela conturbante.

Sto pasteggiando a pagine e inchiostro; bevo un sacco di metafore.

Sarà il periodo, la fase di amore cosmico che sto attraversando confusamente adesso, che mi spinge anche ad innamorarmi di un caffè in balcone, sotto un sole impudico che scalda in ottobre come in agosto, in compagnia di Paolo e Giulia e una torta al cioccolato del Pingo Doce.
O di queste stesse due persone, due sconosciuti fino a un mese fa, che ora sanno tutto di me, che mi consolano e mi consigliano come due vecchi amici.
Di situazioni precarie e temporanee, così cariche di sentimenti e significato da spezzare il cuore di commozione.
Spargo amore.

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